Castello delle Cerimonie: proroga fino al 2026, accolta istanza famiglia Polese

Prosegue la controversa vicenda giudiziaria che coinvolge il Castello delle Cerimonie, noto anche come Grand Hotel La Sonrisa, situato a Sant’Antonio Abate, provincia di Napoli. La struttura, celebre per essere il fulcro dell’omonimo programma televisivo trasmesso su Real Time, non chiuderà i battenti nel breve termine. Il ricorso della famiglia Polese al Tribunale Amministrativo Regionale (Tar) della Campania è stato accolto, ottenendo una proroga che rinvia la decisione definitiva sulla confisca dell’immobile al 29 gennaio 2026.

La battaglia legale della famiglia Polese e la proroga del Tar

La famiglia Polese, proprietaria del Grand Hotel La Sonrisa e protagonista del programma televisivo che ha fatto conoscere a livello nazionale la sontuosa location, ha da tempo avviato un contenzioso legale per opporsi al provvedimento di confisca del bene, disposto per il reato di lottizzazione abusiva. Tale confisca, ritenuta definitiva dalle autorità giudiziarie, comporterebbe il passaggio di proprietà dell’area al Comune di Sant’Antonio Abate.

Tuttavia, la settima sezione del Tar della Campania ha concesso una proroga fino a inizio 2026, permettendo così agli attuali gestori di proseguire le attività dell’hotel e l’organizzazione di eventi, rinviando la chiusura della struttura. La famiglia Polese ha presentato una dettagliata opposizione, supportata da consulenze di esperti in urbanistica e geologia, oltre a prove video, con l’obiettivo di dimostrare che gli interventi edilizi contestati non hanno causato danni ambientali o modifiche significative del territorio circostante.

La vedova di Antonio Polese, il celebre “Boss delle Cerimonie” scomparso nel 2016, Concetta Polese, ha inoltre depositato ad aprile scorso una richiesta di cancellazione della confisca presso la Corte di Appello di Roma, aprendo un ulteriore fronte nella difesa del patrimonio di famiglia.

Il contesto giudiziario e amministrativo: l’intervento del Comune

Il Comune di Sant’Antonio Abate, attraverso le parole della sindaca Ilaria Abagnale, ha espresso una posizione istituzionale cauta ma ferma: «È un provvedimento giudiziario che non va commentato, ma va rispettato. I giudici avranno altro tempo a disposizione per valutare correttamente l’iter amministrativo intrapreso dai nostri uffici con il massimo della trasparenza e della condivisione istituzionale».

Questo pronunciamento indica la volontà dell’amministrazione locale di attendere senza interferenze l’esito definitivo del ricorso, sottolineando l’impegno nella tutela del territorio e delle normative urbanistiche. Nel frattempo, la struttura potrà continuare a ospitare i sontuosi ricevimenti e gli eventi per cui è celebre, mantenendo viva l’attività economica e occupazionale legata al resort.

Il Castello delle Cerimonie: dal reality alle controversie giudiziarie

Il Grand Hotel La Sonrisa acquisì notorietà nazionale grazie al programma televisivo “Il Castello delle Cerimonie” (precedentemente noto come “Il Boss delle Cerimonie”), in onda dal 2014 su Real Time. Il format, che ha raggiunto ben 13 edizioni con oltre 150 puntate fino al 2024, racconta la vita e le cerimonie organizzate nella sontuosa location barocca, gestita inizialmente da Antonio Polese e successivamente dalla figlia Imma Polese dopo la morte del padre.

Il resort, originariamente una villa settecentesca trasformata in uno spazio per ricevimenti di lusso, si estende su circa cinque ettari e rappresenta un punto di riferimento per eventi matrimoniali, battesimi, comunioni e feste private di grande richiamo. Tuttavia, questo successo mediatico è stato accompagnato da una lunga serie di controversie giudiziarie che hanno coinvolto i proprietari in procedimenti legati a abusi edilizi, in particolare per lavori di ampliamento e trasformazione della struttura senza le necessarie autorizzazioni, configurati come lottizzazione abusiva.

Nel 2011, il Tribunale di Torre Annunziata aveva disposto il sequestro del complesso, indicando che le modifiche realizzate tra il 1989 e il 2011 avevano stravolto urbanisticamente l’area. Successivamente, nel 2016, è stata disposta la confisca definitiva dei terreni e della struttura. Contestualmente, sono emerse altre inchieste che hanno posto sotto la lente d’ingrandimento presunti legami con ambienti criminali, sebbene tali accuse siano state oggetto di dibattito e smentite da parte della famiglia Polese.

Nonostante tutto, la struttura ha continuato ad operare, anche durante la pandemia, mantenendo il proprio ruolo di attrazione turistica e culturale, in attesa delle decisioni definitive della magistratura.

Prospettive future e ulteriori sviluppi

La proroga concessa dal Tar fino al 29 gennaio 2026 rappresenta per la famiglia Polese un’importante boccata d’ossigeno, che consente di mantenere l’attività e di continuare la produzione del programma televisivo. Nel frattempo, sono ancora pendenti alcuni procedimenti penali legati a incidenti di esecuzione e richieste di revisione del processo, che potrebbero influenzare la sorte della struttura nel medio termine.

L’iter amministrativo e giudiziario proseguirà dunque con un esame approfondito delle consulenze tecniche e delle prove presentate dalla difesa, mentre l’amministrazione comunale resta vigile nel difendere l’interesse pubblico e la tutela del territorio. La vicenda del Castello delle Cerimonie continua a essere un caso emblematico di come media, cultura popolare e diritto urbanistico si intreccino in un contesto complesso e delicato.

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Redazione