
Disoccupazione, chi rischia seriamente di dover dire addio all'assegno - Puntoit.it
Allarme assegno di disoccupazione per tantissimi lavoratori: cosa devi controllare subito per non perdere il sussidio.
L’assegno di disoccupazione – ovvero la Naspi – rappresentano un’ancora di salvataggio per tantissimi lavoratori. In periodo crescente di crisi, con l’inflazione galoppante, sapere di poter usufruire di questo strumento tranquillizza (nei limiti del possibile) tanti lavoratori.
Eppure negli ultimi tempi, tra molti percettori della disoccupazione è scattato l’allarme: alcuni errori commessi nei mesi precedenti alla fine del rapporto di lavoro potrebbero infatti inficiare l’assegno. Ma è davvero così? Con un nuovo messaggio l’INPS ha voluto chiarire la posizione dell’ente, facendo tirare un sospiro di sollievo a tanti lavoratori.
INPS: niente restituzione se la responsabilità è dell’azienda
Con la comunicazione N° 2425, l’INPS ha affrontato la questione degli errori dei datori di lavoro e dell’aziende sulla riqualificazione aziendale. Ebbene l’Ente ha chiarito che i lavoratori non hanno responsabilità e dunque in questo caso non devono né restituire gli assegni percepiti in passato né temere lo stop dell’erogazione tra il settore agricolo e non agricolo. Ill messaggio è disponibile sul sito INPS con la dicitura: “Gestione delle domande di disoccupazione risultate indebite a seguito della riclassificazione dell’impresa, e/o dei rapporti di lavoro, dal settore agricolo ad altro settore e viceversa”.
L’INPS e il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali hanno stabilito che non deve ricadere sui lavoratori tale errore, in base all’Art.38 della Costituzione, il quale tutela i lavoratori ad ottenere mezzi di sostentamento adeguati in caso di disoccupazione involontaria. Ed è un passaggio fondamentale perché chiude una diatriba iniziata mesi fa. Nel messaggio l’INPS affronta due diverse situazioni nelle quali potrebbero trovarsi i lavoratori.

La prima riguarda i termini per la nuova domanda già scaduti: come specificato, in caso di riclassificazione e dell’impossibilità di presentare una nuova domanda di disoccupazione per il settore corretto, le indennità già percepite non vanno restituite. Eventuali richieste di rimborso già avanzate non devono essere notificate, in caso di notifica già avvenuta, vanno annullate.
In secondo luogo si parla dei termini ancora aperti per la nuova domanda: il lavoratore può presentare una nuova domanda di Naspi o disoccupazione agricola in caso di cambio di inquadramento. Le somme già percepite, in questo caso, possono essere compensate con la nuova prestazione riconosciuta, senza creare debiti residui. In caso di ricorsi pendenti, invece, questi devono essere riesaminati tenendo conto delle nuove disposizioni.