
Casa e diritti (Pixabay foto) - www.puntoit.it
Nel momento in cui si riceve in eredità una casa, la questione del pignoramento può diventare un tema di grande preoccupazione.
Può un immobile ereditato essere pignorato? La risposta non è semplice e dipende da molteplici condizioni giuridiche e fattuali che interessano l’accettazione dell’eredità, la natura dei debiti lasciati dal defunto e il tipo di accettazione dell’eredità da parte dell’erede. Perché un immobile ereditato possa essere sottoposto a pignoramento, è necessario che l’erede abbia accettato formalmente l’eredità. Se l’erede rinuncia all’eredità, l’immobile non rientra nel suo patrimonio e dunque non può essere pignorato da creditori che agiscono nei suoi confronti.
È fondamentale comprendere che l’accettazione “pura e semplice” dell’eredità comporta la responsabilità dell’erede anche per i debiti del defunto, senza limiti. In tal caso, il patrimonio dell’erede si fonde con quello del defunto e il creditore potrà aggredire non solo i beni ereditati, ma anche altri beni personali dell’erede, compresa la casa ricevuta. Ciò implica che, se il patrimonio ereditato è insufficiente a coprire i debiti, l’erede dovrà rispondere con il proprio patrimonio personale. L’erede ha dieci anni di tempo dalla morte del defunto per decidere se accettare l’eredità. L’accettazione può essere: espressa, tramite atto pubblico o scrittura privata; tacita, quando l’erede agisce come se avesse accettato, svolgendo attività che presuppongono l’accettazione.
Un’opzione importante è l’accettazione con beneficio di inventario, che consente di limitare la responsabilità dell’erede all’attivo ereditario. In questo caso, il patrimonio del defunto resta separato da quello personale dell’erede, e i creditori del defunto possono aggredire solo il patrimonio ereditato, senza toccare altri beni personali dell’erede. Questa forma di accettazione, regolata dall’art. 490 del Codice Civile, deve essere formalizzata con un atto notarile e trascritta nei registri immobiliari se sono presenti beni immobili.
Meccanismo e condizioni del pignoramento di un immobile ereditato
Il pignoramento è una procedura giudiziaria che consente al creditore di espropriare i beni del debitore per recuperare un credito non pagato. Per procedere con il pignoramento è necessario che il creditore disponga di un titolo esecutivo, come una sentenza o un decreto ingiuntivo esecutivo; l’atto di precetto sia stato notificato al debitore con intimazione a pagare entro 10 giorni; in mancanza del pagamento, si proceda con il pignoramento, che viene trascritto nei registri immobiliari.

A seguito del pignoramento, l’immobile viene messo all’asta e il ricavato serve a soddisfare il credito del creditore. Il pignoramento può essere avviato per debiti lasciati dal defunto o per debiti personali dell’erede. Nel primo caso, i creditori possono agire solo dopo che l’erede ha accettato l’eredità. Nel secondo caso, i creditori dell’erede possono aggredire la quota ereditaria o l’intero immobile.
Strategie per evitare o limitare il pignoramento
Per tutelarsi dal rischio di pignoramento, esistono diverse strategie. Una possibilità è rinunciare all’eredità, evitando così di assumersi debiti del defunto. In alternativa, si può accettare l’eredità con beneficio di inventario, per limitare la responsabilità ai beni ereditati. Un’altra opzione consiste nel raggiungere un accordo con i creditori per saldare i debiti prima che venga avviata la procedura di pignoramento. Infine, si può valutare di vendere l’immobile prima che venga pignorato.
È importante anche conoscere i limiti imposti dalla legge, soprattutto quando il creditore è l’Agenzia delle Entrate-Riscossione. In questo caso, la prima casa non può essere pignorata se si tratta dell’unico immobile di proprietà dell’erede, se l’erede vi ha la propria residenza e se l’immobile non rientra nelle categorie catastali di lusso (A/8 e A/9). Inoltre, esistono soglie di valore e importo che limitano il pignoramento. Per l’Agenzia delle Entrate-Riscossione, debiti e valore minimo dell’immobile devono essere pari a 120.000 euro. Per le banche, invece, i debiti minimi sono di 20.000 euro, cifra a partire dalla quale possono iscrivere ipoteca.
Se il pignoramento risulta sproporzionato rispetto al debito, è possibile chiedere al giudice la riconversione o l’annullamento della procedura. La normativa vigente, quindi, offre sia strumenti di tutela per gli eredi sia vincoli precisi per i creditori, rendendo la gestione delle eredità con immobili e debiti un tema complesso che richiede attenzione e, spesso, il supporto di professionisti del settore legale e notarile.