In pensione a 50 anni: come può accadere in Italia - Puntoit.it
Puoi lasciare il lavoro anche a 50 anni con questo trucco del tutto legale: altro che attendere la pensione a 67 anni.
Andare in pensione a 50 anni in Italia resta un obiettivo estremamente difficile da raggiungere tramite il sistema previdenziale pubblico. L’età pensionabile fissata a 67 anni per la pensione di vecchiaia, insieme a requisiti contributivi sempre più severi, rende praticamente impossibile anticipare il ritiro dal lavoro a 50 anni.
Tuttavia, esistono alcune eccezioni e strategie legali che possono consentire di lasciare l’attività lavorativa in anticipo, a patto di una pianificazione finanziaria oculata e determinata.
In Italia, l’unico caso previsto dalla normativa che consente di accedere alla pensione a 50 anni riguarda i lavoratori con capacità lavorativa ridotta a meno di un terzo a causa di invalidità fisica o mentale accertata. Questa condizione consente di richiedere l’Assegno ordinario di invalidità (AOI), a patto di aver versato almeno 5 anni di contributi, di cui 3 nel quinquennio precedente la domanda. L’Assegno ordinario di invalidità è assimilabile a una pensione, ma non richiede il raggiungimento di un’età minima. Il calcolo dell’importo è basato sul sistema contributivo, che per i periodi successivi al 1996 potrebbe generare pensioni molto basse.
Per esempio, un lavoratore di 50 anni con 20 anni di contributi e un montante contributivo di 200.000 euro percepirà una rendita mensile di circa 701 euro lordi (poco più di 650 euro netti). Chi invece richiede l’assegno a 35 anni con 10 anni di contributi e un montante di 85.000 euro riceverà poco meno di 300 euro lordi al mese, senza possibilità di integrazione al minimo. Va inoltre considerato che l’AOI è compatibile con l’attività lavorativa, ma subisce riduzioni in base ai redditi percepiti. Nel 2025, con un reddito annuo tra 31.376,28 e 39.220,35 euro, l’assegno viene ridotto del 25%, mentre oltre tale soglia la riduzione sale al 50%.
Un’altra misura prevista è la pensione di inabilità, riconosciuta a chi è dichiarato assolutamente e permanentemente incapace di svolgere qualsiasi attività lavorativa. Questo tipo di pensione non è compatibile con il lavoro e segue requisiti simili all’Assegno ordinario di invalidità. In entrambi i casi, al raggiungimento dei requisiti di età e contribuzione, le misure si trasformano in pensione di vecchiaia.
Pur non essendoci nel sistema pubblico altre forme di pensionamento anticipato a 50 anni, esiste uno strumento della previdenza complementare che può aiutare a raggiungere questo obiettivo: la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata (RITA). La RITA consente a chi ha aderito a un fondo pensione di ricevere anticipatamente una rendita mensile prima del compimento dei 67 anni. Per richiederla, è necessario essere iscritti al fondo da almeno 5 anni, aver maturato almeno 20 anni di contributi nella gestione obbligatoria e aver cessato l’attività lavorativa.
La richiesta può essere fatta fino a 10 anni prima della pensione di vecchiaia, cioè anche a 57 anni o prima, a seconda dei casi. Questo strumento rappresenta un’opportunità concreta per chi ha investito nella previdenza complementare, permettendo di percepire una rendita aggiuntiva in anticipo e quindi di ridurre gradualmente l’attività lavorativa o addirittura sospenderla. Lasciare il lavoro a 50 anni senza invalidità è dunque possibile solamente attraverso una gestione finanziaria strategica e una pianificazione accurata del proprio futuro economico.
È fondamentale accumulare un capitale sufficiente per coprire almeno 17 anni di spese, ossia fino al raggiungimento della pensione pubblica di vecchiaia. Il percorso parte dall’analisi dettagliata delle entrate e delle uscite, dal calcolo del patrimonio netto, dall’estinzione dei debiti onerosi e dalla creazione di un fondo di emergenza. Successivamente, occorre trasformare parte del reddito da lavoro in rendite passive, investendo in strumenti finanziari diversificati e coerenti con il proprio profilo di rischio: immobili da affittare, azioni a dividendo, ETF, fondi comuni e obbligazioni.
L’adesione a un fondo pensione e l’utilizzo della RITA possono integrare questo piano, offrendo una rendita mensile anticipata e rafforzando la solidità del progetto di pensionamento anticipato. Per chi dispone di uno stipendio adeguato e di una disciplina rigorosa nel risparmio e negli investimenti, raggiungere la pensione a 50 anni, pur restando un traguardo ambizioso, non è un’utopia ma una sfida realizzabile con metodo e lungimiranza.